Rilievi di Antiche Fabbriche Padovane

 

Nell’ambito del ciclo di conferenze ‘La Soprintendenza si racconta’, il 31 maggio 2019 Elisa Longo ha illustrato i Rilievi di Antiche Fabbriche Padovane, un’importante raccolta di disegni architettonici che fa parte delle collezioni del Liceo Artistico Pietro Selvatico.

Nell’arco di oltre un trentennio, dal 1890 al 1923, sotto la direzione di Barnaba Lava, gli studenti della scuola avevano riprodotto facciate di chiese, palazzi, monumenti, dettagli architettonici e decorazioni murali, planimetrie, e altri particolari come cancelli o raccolte di stemmi, che nel loro insieme rappresentano parte della tradizione storica e culturale della città. Come ha sottolineato Giulio Bresciani Alvarez (1997, p. 5), «il progetto aveva tre scopi: esercitare gli allievi alla riproduzione da vero, aumentare il corredo artistico e didattico della scuola, salvare dall’oblio interessanti frammenti architettonici e decorativi instillando così “nello spirito delle nuove generazioni il rispetto verso l’arte del passato”», nelle parole di Pietro Selvatico. Il moderno metodo didattico della scuola, basato sull’osservazione dei modelli e sulla pratica del disegno, si ispirava proprio agli insegnamenti del marchese Selvatico che aveva in più occasioni sottolineato l’importanza dell’apprendimento della grammatica del disegno. I rilievi vennero eseguiti «sia attraverso calchi, sia con la riproduzione grafica in scala minore» (ibidem, p. 5).

Giovanni Girardi ed Evaristo Zagolin, Trifora del XV secolo (Casa Miglioranza in via Beato Pellegrino), rilievo architettonico in scala, 1904, tav. 15

I fogli di color avorio hanno dimensioni omogenee, circa 550 x 800 mm, sono eseguiti a inchiostro e acquarelli, e sono 118 in totale. Sono presenti le firme o i nomi degli studenti che li hanno realizzati. Alcuni diventarono artisti celebri come Giovanni Vianello e Giuseppe Cecchetto, altri tornarono al Selvatico in qualità di docenti di Disegno costruttivo e architettonico, come Augusto Capovilla, dal 1902, e Ettore Baroni, dal 1906.

La qualità grafica e il sapiente uso delle acquerellature delle tavole meritò la Medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, e in quell’occasione alcune di esse vennero trafugate, come attesta ad esempio la descrizione della tavola 41, con i Resti della Reggia Carrarese, che è una riproduzione fatta nel 1903 dell’originale del 1899, «rubato a Parigi».

Augusto Capovilla e Augusto Baitello, Resti della Reggia Carrarese, rilievo architettonico in scala e veduta prospettica, 1903, tav.41

La relatrice ha illustrato l’intera raccolta che rappresenta una testimonianza preziosa del patrimonio architettonico, soprattutto medievale e del primo rinascimento, come si presentava in quegli anni e documenta anche edifici e dettagli architettonici oggi perduti, com’era già nelle intenzioni iniziali espresse dal presidente della scuola Oddo Arrigoni degli Oddi nella relazione del 1891: i disegni dovevano riprodurre in scala minore «quei frammenti ornamentali poco noti, ignorati o deperiti, che decorano le facciate delle nostre chiese, delle nostre Case e dei nostri Monumenti che stavano sparendo per colpa di un secolo positivo o indifferente».

Augusto Capovilla, Fregio del Campagnola (nella Scuola di San Rocco) e Antico Fregio (nel Palazzo Vescovile), 1909, tav. 86

Si può dedurre, dunque, che il desiderio di mantenere la memoria storica attraverso i rilievi del patrimonio monumentale della città, voluti da Barnaba Lava e condotti dagli allievi della scuola, assecondasse l’impegno di Pietro Selvatico per la salvaguardia e la tutela dei monumenti architettonici e pittorici padovani e per fermare interventi traumatici, come nel caso della Cappella degli Scrovegni.

Marco Marcolongo, Casa Cornaro al Santo, rilievo architettonico in scala e veduta prospettica, 1904, tav. 69

Nello stesso tempo, il pregevole materiale così raccolto si univa alle ricche collezioni della scuola, costituite da volumi illustrati, riviste italiane e straniere di arti decorative, modelli in gesso, immagini fotografiche e altri disegni che fungevano da repertorio di modelli per lo studio e la formazione degli allievi.

Inoltre, in più occasioni, Selvatico aveva espresso l’opinione che l’esercizio del disegno dovesse essere condotto su forme tridimensionali per comprendere al meglio «le ragioni dell’aggetto e delle ombre», concetti ribaditi da Camillo Boito nei suoi manuali scolastici e nel ricchissimo apparato iconografico che corredava «Arte Italiana Decorativa Industriale», la rivista mensile da lui diretta a partire dal 1890: «gli oggetti saranno riprodotti in modo che l’artefice possa trarre sicura e piena cognizione alle rappresentazioni dell’insieme, geometriche e prospettiche, a contorno, e chiaroscuro o a colore, si accompagneranno i dettagli al vero e le indicazioni della parte costruttiva e tecnica».

Porta cittadina dei Savonarola, rilievo architettonico in scala e veduta prospettica della facciata esterna, 1923, tav. 118

Merita ancora un’adeguata rivalutazione la figura dell’ingegner Barnaba Lava, al Selvatico come docente dal 1873 di Geometria e Disegno costruttivo e architettonico e Direttore dal 1908 al 1919, che divenne stretto collaboratore di Camillo Boito, per il quale eseguì numerosi rilievi, soprattutto in relazione ai lavori della Basilica del Santo a Padova, e scrisse articoli corredati da suoi disegni per la rivista «Arte Italiana Decorativa Industriale».

Angelo Coppadoro, Loggia del Consiglio (Gran Guardia), rilievo architettonico in scala, 1907, tav. 78

L’auspicio che il prezioso materiale grafico dei Rilievi di Antiche Fabbriche Padovane venisse presto pubblicato a colori, espresso da Barnaba Lava nel 1910 nel discorso di inaugurazione della nuova sede jappelliana della scuola – di cui era nel frattempo diventato direttore – si concretizza nel 1997 con il volume a cura di Pierluigi Fantelli e l’introduzione di Giulio Bresciani Alvarez edito da La Garangola di Padova.

 

 

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